20 giorni, 2 sessioni, 3 workshop.
Il festival è tornato con lo stesso spirito inclusivo, visionario e pragmatico per intervenire con sempre più efficacia sulla nostra area dismessa, attraverso lo strumento dei workshop e delle attività collaterali. L’obiettivo che ha coinvolto gli oltre 50 partecipanti della terza edizione è stato quello di ottimizzare spazi e servizi focalizzando sul tema dell’abitabilità.
I partecipanti hanno lavorato in relazione ad un’area od un tema specifico portando avanti il nostro programma di rigenerazione ed arricchendolo di nuove visioni.
L’area Design ha convertito un ex magazzino in un’area relax; l’area Architettura ha ragionato su un sistema di accessibilità della cava; l’area Comunicazione ha sviluppato il nascente brand Cava degli Umori.
Le attività di Periferica vengono svolte in contemporanea al processo di rigenerazione. Ognuno di questi temi è tassello di un programma volto a migliorare gradualmente gli spazi per aprirli al pubblico ed erogare nuovi servizi che rendano, entro il terzo anno di attività, il processo di produzione culturale sostenibile.
I tre rifugi temporanei, usciti vincitori dal concorso 10mq e realizzati durante il festival, arricchiranno l’offerta ricettiva della foresteria, aggiungendo ulteriori 9 posti letto da poter prenotare sulla piattaforma Airbnb; sotto il nuovo brand sviluppato dall’area comunicazione, verranno organizzate e promosse tutte le attività che si svolgeranno nella nostra Cava degli Umori. Il progetto di accessibilità della cava, sviluppato dall’area Architettura, introduce uno degli interventi che nei prossimi mesi verrà approfondito insieme ad un team tecnico.
Legato a doppio filo con il concorso 10 mq, che ha visto coinvolti partecipanti di tutta Europa sul tema del rifugio temporaneo, durante l’evento sono stati realizzati 3 moduli abitativi flessibili e temporanei, aumentando la capacità ricettiva di Periferica in occasione di eventi, e potenziando il servizio della foresteria.
Ombre di Cava, Too Bed e Sottosopra sono i rifugi che gli stessi progettisti hanno realizzato durante i giorni del workshop, prendendo familiarità con strumenti e materiali specifici.
L’uso dei tre rifugi sarà stagionale, potranno essere usati dal periodo che va da Maggio ad Settembre, oltre che per il periodo del festival.
Ad impreziosire, anche quest’anno, lo spirito collaborativo del format, la partecipazione dello SPRAR di Castelvetrano che ha coinvolto una decina di persone tra migranti e mediatori culturali.
MARCO TERRANOVA
responsabile tecnico
GIANNI DI MATTEO
presidente ADI Sicilia
AGNESE GIGLIA
vicepresidente ADI SICILIA
FRANCESCO LIPARI
architetto
Ombre di cava interpreta in senso architettonico e paesaggistico il contesto in cui si colloca. Una cava di tufo dove si può pensare che l’operazione umana di svuotamento del suolo, secondo le logiche di una cultura materiale storica, ha determinato, nell’avanzamento dello scavo, una conformazione strutturata.
Il principio o i principi che costituiscono tale configurazione di materia, o meglio di assenza di materia, possono essere riletti per il suo ripopolamento. La sua geometria interna è infatti un mondo complesso di tasselli che viene in questo caso concettualizzato e trasformato in modulo, successivamente in sottomodulo e poi in singolo arredo mantenendosi in proporzione con il sistema intero.
ANDREA FOGLIO PARA
Emfa Studio
ELEONORA MOLARO
Emfa Studio
Too Bed nasce dall’esigenza di contenere in un singolo modulo le funzioni abitative di base dell’elemento letto, decontestualizzandole completamente dalla sua funzione iniziale. La forma regolare da l’opportunità di prefigurare molteplici aggregazioni così da diventare un modello stabile di continua espansione.
Quest’ultimo individua infiniti spazi della condivisione diversi da quello iniziale. Questo fa si che venga scavalcato il problema di individuare cosa sia il singolo modulo, quali sono le funzioni che esso sottende, cercando di porre rimedio a quella che è la debolezza di un architettura contestualizzata dal punto di vista funzionale.
FLAVIO NUGHES
Università La Sapienza
GIACOMO BARCHIESI
Università di Camerino
GIANNELLA COCCO
Università di Camerino
Una stanza sospesa, un nido urbano sotto cui fluisce la città: sottosopra non sottrae spazio alla vita quotidiana ma arricchisce lo spazio pubblico con un livello riparato dalla strada e a contatto con le stelle. Condivisione e isolamento sono alternative proposte in parallelo, tutto ruota attorno alla scala, lo spazio inferiore è libero attorno ad essa ed è adatto a radunare piccoli gruppi di persone durante il giorno, al piano superiore lo spazio è direzionato verso il cielo, racchiuso da un perimetro di tessuto.
Nel suo aspetto più essenziale, il rifugio è una stanza aperta, aggiungendo uno strato di tessuto si ottiene una copertura che scende come una tenda e lascia intravedere un quadrato di stelle. La struttura in legno a incastro permette una completa reversibilità oltre alla possibilità di essere montata per parti.
MARCO FERRARI
Dorte Mandrup Arkitekter
CRISTINA GALLIZIOLI
C.F. Møller
Una unità per la rigenerazione della cava e dei suoi ospiti. Una zolla di suolo fertile ed una pergola per fa crescere alberi, fiori e rampicanti che colonizzino poi tutti gli altri spazi e le pareti della cava. Una stanza all’aperto coperta ed ombreggiata in cui ritrovarsi per riposare, ristorarsi, fare le chiacchiere. Il primo spazio costruito, dentro la cava, destinato a restare.
L’unità ingloba un passaggio nel tufo che si affaccia sull’area in cui sorgeranno i moduli “residenziali” per l’accoglienza degli ospiti ed il giardino. Gli ospiti potranno raccogliere erbe ed essenze per poi prepararsi una tisana, un pasto, una colazione osservando ed ascoltando la cava che vive, che si anima, che lavora.
L’unità è stata realizzata in una settimana. Due giorni di progettazione intensiva seguiti da un cantiere in autocostruzione in cui gli studenti hanno imparato a gestire materiali e tecniche. Un lavoro collettivo portato a compimento solo grazie alla valorizzazione delle capacità e della creatività di tutti i membri della squadra.
ALICE PALAZZO
tutor
PATRIZIA MORAMARCO
tutor
EMANUELE SALUZZO
tutor
EMILIA PARDI
partecipante
GAIA ASCONE
partecipante
FILIPPO MANDOLFINO
partecipante
FEDERICA MONGIOVÌ
partecipante
FRANCESCA CAMMARATA
partecipante
SILVIA SANCHIETTI
partecipante
SARJO FATTY
partecipante
BAH ABDOULIE
partecipante
SAHO MALANG
partecipante
FAYE PAPE MADIODIO
partecipante
SUSSO YANKOUBA
partecipante
MAXI FADIA
partecipante
Pensare l’identità di uno spazio, luogo di incontri e scambi culturali, fucina di attività creative, produttive e ricreative, spazio dove “coltivare” gli umori.
Quest’anno il workshop di comunicazione, in linea con il tema dell’edizione, vuole indagare le potenzialità comunicative dello spazio che più di ogni altro ha caratterizzato e rappresentato il progetto fin dalla sua nascita.
Periferica, in linea con il suo progetto di rigenerazione, negli anni ha riattivato la cava, di per se uno spazio “svuotato”, trasformandola in uno luogo poliedrico capace di ospitare al suo interno laboratori, eventi musicali, workshop, mostre.
Da qui la sceltà di dedicare il workshop di comunicazione visiva alla creazione di un brand dedicato alla cava.
VINCENZO CANCEMI
responsabile tecnico
MAURIZIO SCHIFANO
UX/UI designer
FADA FULL
graphic designer
Il workshop si è focalizzato sull’ideazione e la progettazione del nuovo brand Cava degli Umori, quindi sullo sviluppo della brand identity e dei gadget.
Il brand, portatore di valori ed ideali, vuole raccontare la cava, i suoi colori ed i materiali di cui è composta attraverso le loro variazioni nel tempo. A tal fine lo spazio è stato mappato nell’arco di una giornata attraverso scatti fotografici scanditi nel tempo.
Grazie ad un’attenta fase di analisi e a seguito del minuzioso processo di osservazione, i cromatismi, le texture e sopratutto le ombre sono state mappate e successivamente graficizzate. Le tracce sono state successivamente sovrapposte per cercare delle forme interessanti che potessero ispirare il disegno del logo. Si è così dato vita ad un marchio generativo dinamico e capace di identificare le attività e gli spazi della cava. Un marchio che può essere “smontato” e ricomposto, texturizzato e campito per essere riadattato di volta in volta a seconda delle necessità.
LEANDRO LEANZA
Tutor
UGO GIACALONE
partecipante
In continuità con i primi interventi di miglioramento avviati grazie al finanziamento Boom-Polmoni Urbani, si vuole portare avanti il tema dell’accessibilità degli spazi della Cava, definendo i servizi essenziali per aprirla al pubblico.
La Cage
Il progetto si propone di risolvere il problema dell’accessibilità all’interno della cava, rendendo allo stesso tempo visibile e riconoscibile la presenza di Periferica e il suo rapporto diretto con lo spazio urbano circostante.
Il dispositivo messo a punto è una maglia strutturale costituita da un ponteggio metallico che fa da supporto ai volumi all’interno dei quali sono allocate le funzioni di:
L’intera struttura è pensata per soddisfare i criteri di sostenibilità ambientale ed economica e flessibilità.
GIULIA BONANNO
supervisore
FEDERICA CERNIGLIA
supervisore
ANTONIO MAURO
architetto
FEDERICA D’ANGELO
tutor
MARTA REBORA
partecipante
Abbiamo intercettato quei pazzi di Momo + Angelo Milano durante il loro Bad Murals Tour; è stata lanciata la prima edizione dei Maker delle Utopie curata da Gianni Di Matteo, raccogliendo le testimonianze di quelle realtà che in Sicilia stanno ricreando la propria abitabilità attraverso processi culturali, sociali, artistici.
Un incontro/racconto/